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08/02/2016
E' la fine del sogno dei meetup, dei territori e della democrazia grillina.
La Stampa pubblica oggi un documento in 10 punti che i candidati alle elezioni romane sono stati costretti a firmare.
Questo "contratto" - che non credo abbia alcun valore legale - accentra tutto il potere decisionale su Grillo e Casaleggio, e dispone una sanzione di 150.000 euro per quel candidato che arrecherà un "danno d'immagine" al M5S, "non appena gli sia notificata formale contestazione a cura dello staff coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto".
Il futuro candidato sindaco del Movimento ed i consiglieri eletti, saranno così totalmente vincolati alla volontà di Casaleggio e del suo staff. Non avranno nessun potere decisionale, nessuna autonomia locale dei territori (principio sbandierato fin dalla fondazione del Movimento). E al minimo dissenso, scatteranno l'espulsione e la multa. Non sarà più quindi il Consiglio Comunale a decidere di sfiduciare un eventuale sindaco grillino, ma lo farà direttamente Casaleggio.
Ovviamente in qualche punto si cita ancora la "consultazione online", ma era già chiaro da prima che non si tratta di una procedura trasparente (e neanche verificabile).
Oltre all'immenso potere politico, nel documento c'è la clausola mediatica, che impone che tutto il traffico web debba esser convogliato sul sito proprietario (www.beppegrillo.it/listeciviche/roma gestito dalla Casaleggio Associati), che ovviamente ci guadagnerà in pubblicità.

Dopo le acrobazie parlamentari dettate dal marketing sulla legge Cirinnà, e il tentativo di usare le istituzioni a scopi commerciali, spunta questo contratto a rivelare tutta la natura speculativa del Movimento 5 Stelle (ricordo che la Casaleggio Associati si prende dei SOLDI PUBBLICI, dalle nostre tasse, per gestire la comunicazione dei gruppi parlamentari M5S).

Enea Melandri

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