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20/04/2016
Povero Enzo Iacopino, costretto a doversi scusare per il letame sparso da altri.
In merito alla bufala della candidata M5S al comune di Roma, Virginia Raggi, nel video dell'inno "Meno male che Silvio c'è", è il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti ha chiedere perdono a nome dei colleghi de l'Unità.

Il dott. Iacopino ha scritto su Facebook:
Ho esitato, è evidente. Ma alla fine, pur consapevole che qualcuno si risentirà (uso un eufemismo), non sono riuscito a farmi una violenza capace di indurmi a tacere. Non riesco a pensare e agire in base alle convenienze.
Quanto fatto dall’Unità nei confronti di Virginia Raggi, candidata sindaco a Roma per il M5S, non è informazione, ma una vergogna.
Sia chiaro, gli incidenti, nel nostro mestiere accadono (un po’ troppo spesso, in verità).
Ma si dimostra di avere la schiena dritta anche scusandosi (in questo caso con la signora Raggi e con i lettori) e non arrampicandosi sulle specchi contribuendo a pregiudicare la nostra già precaria credibilità.
L’idea del direttore dell’Unità che tutto è consentito, senza neanche avvertire il bisogno di chiedere scusa per un errore, perché “la comunicazione social punta molto sulla quantità e sulla velocità” può perfino essere vera, ma resta una barbarie, aggravata dalla considerazione che “il web ha modificato profondamente il giornalismo, sui siti e sui social gira di tutto”.
Il web, semmai, ha cambiato la comunicazione o, se proprio si vuole estremizzare, l’informazione. Il giornalismo è (o dovrebbe essere) ben altra cosa: noi, i giornalisti, dovremmo tutti, proprio tutti, essere i garanti dei lettori, dovremmo essere la certificazione docg delle notizie. Altro che social e stridore di unghie sugli specchi.
Beh, non lo fanno loro: chiedo io scusa alla signora Raggi.
P.S.: so che qualcuno si scatenerà e proverà a “farmela pagare”. Si metta in coda, con pazienza: la fila è molto lunga.


Ora, io considero l'Ordine dei Giornalisti come un vecchio residuato fascista che ostacola il libero accesso alla professione, e sarei per la sua abolizione - almeno su questo aspetto.
Mi dicono però che dovrebbe servire anche a controllare e far rispettare la deontologia professionale; mi pare quanto successo a l'Unità un esempio perfetto: perché l'OdG non interviene contro questi passacarte indegni di essere iscritti a qualsiasi ordine che dica di tutelare la libera e corretta informazione?! L'OdG serve solo a scusarsi - come ha fatto Iacopino in questa occasione - per le figure di cioccolata che fanno i suoi iscritti?!

Enea Melandri

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