22/03/2016
Un viaggio storico, quello del Presidente USA a Cuba, il primo dopo 88 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi difficili e tese, che segna un'altra tappa nel processo di "normalizzazione" nei loro rapporti - che dovrebbe culminare con la fine dell'embargo imposto al paese caraibico.

Durante una conferenza stampa, Obama ed i giornalisti presenti hanno stuzzicato il Presidente Castro sul tema dei prigionieri politici e dei diritti umani. In particolare, a Cuba l'informazione è sotto il controllo dello Stato, non esiste la libertà d'espressione, e le associazioni Nessuno tocchi Caino ed Amnesty International denunciano prigioni inumane, centri di rieducazione, intimidazioni, vessazioni, censure ed aggressioni contro i giornalisti.
In visibile imbarazzo, il Presidente cubano ha fatto un po' il finto tonto, e tra un farfugliamento e l'altro, ha lanciato una frecciatina verso Obama e il welfare degli Stati Uniti, spiegando che a Cuba sono considerati diritti umani la sanità, l'istruzione e l'equiparazione degli stipendi tra uomini e donne.

Pur riconoscendo tutte le colpe di Castro e della politica cubana, applaudo alla stoccata ed alla lezione di civiltà che stavolta Cuba ha dato all'America.
Perché se la Libertà, come avviene nel modello americano, dove si può anche morire per strada se non si hanno i soldi per curarsi, si trasforma in Autodistruzione ed Irresponsabilità, diventa oppressiva ed asfissiante come la sua mancanza.

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