03/11/2023 Nemmeno una parvenza di linguaggio istituzionale, lontano da numeri, astratto come si richiederebbe ad un testo giuridico.
E' una riforma costituzionale scritta coi piedi quella portata dalla ministra Alberti Casellati al Consiglio dei Ministri. Un testo che cancella le prerogative del Capo dello Stato e ci allontana da una democrazia parlamentare.
All'articolo 3 si descrive la modifica dell'art. 92 della Costituzione: "Il Governo della Repubblica è composto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l'elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un'unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio assegnato su base nazionale garantisca ai candidati e alle liste collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri il 55 per cento dei seggi nelle Camere. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura.
Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri."
Ma come si fa a scrivere un obbrobrio del genere?! Non ce l'ha un consigliere ad aiutarla?
L'attuale articolo 92 non fa minimamente (e giustamente) menzione alla legge elettorale da usare; con la riforma addirittura si vorrebbe ergere un muro fisso espresso IN PERCENTUALE (anche se morfologicamente il significato è lo stesso, direi che ci vorrebbe un "almeno") e valido per ENTRAMBE LE CAMERE!
Non capisco perché citare il principio di rappresentatività (che mi piace come cosa), se tanto si mette questo vincolo.
Con l'articolo 4 poi si modifica l'articolo 94.
Il terzo comma, che attualmente è "Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia", viene sostituito da un panegirico che assesta la prima stoccata ai poteri del Quirinale: "Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Nel caso in cui non venga approvata la mozione di fiducia al Governo presieduto dal Presidente eletto, il Presidente della Repubblica rinnova l’incarico al Presidente eletto di formare il Governo. Qualora anche quest’ultimo non ottenga la fiducia delle Camere, il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere."
Fatemi capire: se neanche col 55% il Presidente designato riesce ad avere la fiducia, il Capo dello Stato deve comunque ridare l'incarico a lui se no si sciolgono le Camere e tutti a casa. Una raffinatezza messa lì proprio per convincere gli yes-men catapultati in Parlamento a giurare fedeltà al Capo.
E ancora: dopo l’ultimo comma è aggiunto il seguente: "In caso di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio, il Presidente delle Repubblica può conferire l’incarico di formare il Governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare eletto in collegamento al Presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all'indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il Governo del Presidente eletto ha chiesto la fiducia delle Camere."
Ecco la norma anti-ribaltone di cui si parla tanto ai telegiornali. Viene anche introdotta la limitazione per cui il Capo del Governo deve essere un parlamentare; con questa postilla, non si escludono solo i governi tecnici, ma non avremmo avuto neanche Renzi a capo dell'esecutivo.
C'è poi l'inutile specifica "per attuare le dichiarazioni relative all'indirizzo politico e agli impegni programmatici": praticamente il sogno grillino del vincolo di mandato.
Delle VOSTRE promesse fatte in campagne elettorale, quasi nessuna è stata rispettata.
Ora che ci penso, proprio per quanto riguarda le riforme costituzionali, nel programma del centrodestra c'era "l'elezione diretta del Presidente della Repubblica". Che fine ha fatto? Valeva solo quando c'era Silvio a covare sogni quirinalizi?
In estrema sintesi, mi fa orrore questa ipotesi di riforma della Costituzione (così come mi faceva orrore quella di Renzi, visto che qualcuno le mette a confronto, come fosse un ultimatum: "Non hai voluto quella di Renzi, adesso ti prendi questa!". NO, NON FUNZIONA COSI'.)
Le modifiche alla Carta devono essere chirurgiche, correggere lungaggini procedurali, storture burocratiche o aggiornare gli strumenti alle nuove tecnologie (tipo raccolte firme digitali, riunioni in streaming o smartworking).
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