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17/04/2024
Anche Mario Draghi lascia trasparire un profilo politico multipolare. Ieri, in un discorso sulla competitività europea a Bruxelles, l'exPresidente del Consiglio ha, secondo molti osservatori, lanciato la propria candidatura alla guida della Commissione.
Ma io ci ho visto anche altro.

Dalle sue parole, è anche emerso un velato attacco a Stati Uniti e Cina, colpevoli di aver distorto il mercato secondo i loro modelli, piegandolo alle loro regole: "stanno elaborando attivamente politiche volte a migliorare la propria posizione competitiva. Nella migliore delle ipotesi, queste politiche sono progettate per reindirizzare gli investimenti verso le loro economie a scapito delle nostre; e peggio ancora, lo sono progettati per renderci permanentemente dipendenti da loro".
Qui io ci leggo una pesante critica al modello liberista/lobbista che gli Stati Uniti "esportano" da sempre nelle altre economie, tramite un imperialismo militare (come dicevo per la NATO) o sociale.
Sulla Cina, secondo Draghi "punta a catturare e internalizzare tutte le parti delle catene di approvvigionamento legate alle tecnologie verdi e avanzate, e sta facendo in modo di assicurarsi l'accesso alle risorse necessarie", credo l'attacco sia ascrivibile alla piattaforma ecologista che la UE ha elaborato (e quindi un velato attacco anche a Ursula von der Leyen).
Una piattaforma per quanto riguarda il trasporto piuttosto miope, che punta tutto sulla trazione elettrica, senza valutare la pluralità di fonti energetiche ed un principio di "saldo di neutralità carbonica".

Credo quindi Mario Draghi abbia voluto in qualche modo sferzare l'Europa, sottomessa all'unipolarismo americano, in cerca di una "terza via" (espressione ricorrente ed abusata nella storia della politica e dell'economia).

Enea Melandri

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