27/08/2024 Nonostante il caldo torrido e la impellente necessità di verde e ombra, in molte città prosegue senza sosta la “mattanza” di alberi. A Piacenza l'avvio dei lavori per un nuovo parcheggio sotterraneo comporterà il taglio di 15 alberi monumentali, di circa 70 anni d'età. “L’impatto di questa rimozione è enorme, in evidente contrasto con gli obiettivi di adattamento climatico. Alberi da considerarsi monumentali in quanto inseriti in un complesso architettonico dal valore storico, quindi da proteggere” denunciano Legambiente Piacenza, Italia Nostra, e altre associazioni locali.
Sebbene il pino sia lo stemma della città di Ravenna e dei suoi lidi, tira una brutta aria per questi alberi storici sia a Ravenna (in via Maggiore), sia a Lido di Savio: “A Lido di Savio, il progetto del Parco Marittimo ha già portato all’abbattimento di alcuni dei pini domestici storici che costeggiano Viale Romagna. Con l’inizio di ottobre, i lavori riprenderanno, mettendo a rischio oltre 60 esemplari di questi maestosi alberi, che potrebbero essere definitivamente abbattuti. Secondo il progetto i pini saranno sostituiti con 35 frassini. Eppure i frassini richiedono enormi quantità di acqua per sopravvivere ai caldi estivi, non possono garantire la stessa funzione ecologica e storica dei pini” spiegano dal Comitato Salviamo i Pini.
Intanto a Cattolica l’alberata Via del Giglio è stata ribattezzata, dai cittadini, via del Taglio con 78 pini fatti fuori in 4 giorni, un record di efficienza. Il tutto per una riqualificazione della strada, miglioramento del marciapiede e della pista ciclabile. L’amministrazione ha promesso la piantumazione di nuovi alberelli, che però hanno bisogno di una cura e bagnatura costante per alcuni anni e non è detto che sopravvivano alle estati sempre più roventi. Le associazioni ambientaliste tra cui FIAB Rimini, Fondazione Cetacea, Legambiente Valmarecchia, Terra Blu, WWF Rimini e Rete Emergenza Climatica Ambientale della Regione Emilia Romagna si dicono pronte a ricorrere alle vie legali, richiamandosi alla sentenza del Consiglio di Stato del 27 Ottobre 2022, che stabilisce che gli alberi non possono essere tagliati se non per comprovata minaccia alla pubblica incolumità, accertata dalla perizia di un tecnico riconosciuto. Gli alberi non offrono solo benefici in estate ma anche in inverno quando filtrano inquinanti e offrono comunque rifugio alla biodiversità. I tagli vengono spesso giustificati con i danni al pavimento di strade e marciapiedi, ma ci sono asfalti drenanti e materiali permeabili, che permettono di salvare i pini. Non c’è pace per gli alberi nemmeno a Riccione, dove 364 alberi stanno per essere abbattuti. Anche a Reggio Emilia un intero boschetto sta per essere raso al suolo per lasciar posto ad un nuovo supermercato Conad. A Bologna la falce pende su centinaia di alberi per i lavori del Passante di Mezzo. E non solo in città, anche in campagna si abbatte: nelle casse di espansione del fiume Secchia si sta procedendo a “pelatura” per motivi di “sicurezza idraulica”. Le associazioni ambientaliste denunciano uno scenario da “foresta Amazzonica”. Così in tante altre città d'Italia.
A guadagnarci, da queste "sostituzioni delle alberature”, sono i vivaisti e le centrali a biomassa che godono di lauti incentivi. Daniele Zanzi, agronomo varesino e uno dei maggiori esperti nel campo, sottolinea:
"In tutte le città d’Italia stiamo andando verso un grave depauperamento arboreo. Per sostituire i benefici ecosistemi di albero maturo ci vorrebbero migliaia di piccoli alberi. Anche a livello di assorbimento di carbonio, una grande quercia secolare sequestra circa 100-200 volte più carbonio di un giovane albero di 7 anni. Ormai c’è questa errata convinzione che i pini (pinus pinea) sono pericolosi. Purtroppo anche le perizie degli agronomi, pagati da chi vuole abbattere, fanno quasi sempre prognosi infauste. Eppure ogni albero è un organismo diverso, le perizie si concentrano a ricercare i difetti, quando invece dovrebbero concentrarsi sulla resilienza della pianta. Gli alberi sono capaci di convivere con funghi e cavità” conclude Zanzi.
Articolo scritto da Linda Maggiori di Faenza ecologica e pubblicato dal Manifesto |