17/09/2024 Anche questa volta, sarebbe doveroso si muovesse l'Ordine dei Giornalisti, autoincensatosi sacro custode della deontologia professionale.
Al banco degli imputati Nicola Porro, per la puntata di Quarta Repubblica del 16 settembre, nella quale ha intervistato il Ministro Matteo Salvini riguardo al processo Open Arms.
Perché quell'intervista/comizio è piena di inesattezze, che Porro, dall'alto del suo ruolo mediatico, avrebbe dovuto evidenziare.
Dice Salvini "una nave francese va in Francia, una nave tedesca va in Germania".
FALSO: le convenzioni internazionali prevedono che la nave attracchi nel posto più vicino, non nel Paese di provenienza.
"Un Ministro prima di tutto deve difendere i confini della Patria".
FALSO: un Ministro deve prima di tutto difendere la vita umana. E in ogni caso, la Patria non è messa in pericolo da una nave di naufraghi disperati;
"Non si fanno entrare terroristi nel Paese".
FALSO, perché non c'è alcuna prova a bordo vi fossero terroristi. E se anche vi fossero stati terroristi, erano naufraghi in balia del mare, per cui prima si soccorrono e poi li si sottopone a processo;
"Toninelli era corresponsabile".
FALSO, gli exministri Toninelli e Trenta si rifiutarono di firmare un nuovo divieto di entrata nelle acque territoriali, dopo che il Tar ne aveva disposto la sospensione. Fu quindi responsabilità solo del Ministro Salvini;
"Il processo è politico, si sta sindacando un atto politico".
FALSO, a giudizio è la legalità dell'atto amministrativo che prevedeva la chiusura dei porti alla Open Arms.
Per tutte queste dichiarazioni, obiettivamente false, che Porro, se fosse davvero un giornalista, avrebbe dovuto sbugiardare subito, credo che l'Ordine dei Giornalisti dovrebbe attivarsi. Far vedere che c'è davvero una deontologia professionale da rispettare, non basta pagare una tessera. |