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11/03/2015
Ebbene sì, in quella che si reputa essere la più grande democrazia del mondo, gli USA, del Primo Emendamento che tutela l'assoluta libertà di stampa e parola, ci sono parole proibite. Verità scomode che non si possono nemmeno pronunciare.
Lo Stato della Florida, con una direttiva pare arrivata direttamente dal Governatore Rick Scott, negazionista dei cambiamenti climatici, ha proibito l'uso di alcuni termini legati alle alterazioni del clima. Queste regole di comunicazione hanno portato sino al licenziamento dei trasgressori.
Gli impiegati dell'amministrazione dello Stato sono stati obbligati a eliminare dalle loro comunicazioni e dai documenti ufficiali termini come "riscaldamento globale", "cambiamento climatico" e "innalzamento del livello delle acque". Christopher Boyd, un ex-dipendente, ha raccontato al FCIR (Florida Center for Investigative Reporting) che a lui e ai suoi colleghi è stato sconsigliato di utilizzare le definizioni reputate "scomode" dal fronte negazionista dominante. Boyd ha rifiutato questo orientamento, e due anni dopo, nel 2013, ha ricevuto una lettera nella quale veniva ringraziato per il lavoro prestato, ma che gli obiettivi sarebbero stati raggiunti più efficacemente dopo il suo allontanamento.

Questo bavaglio imposto dall'amministrazione, tra l'altro in una delle nazioni considerate tra i maggiori responsabili dei danni al clima, è un'aberrazione verso la libertà di stampa e parola di cui si fregiano gli Stati Uniti.
Si può essere negazionisti e negare che questi cambiamenti siano legati all'attività umana (per me sbagliato ma legittimo), ma è innegabile che queste alterazioni siano in atto, che il livello del mare si stia alzando e la temperatura globale stia aumentando.

Enea Melandri

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