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29/07/2016
Condanno senza mezzi termini le dichiarazioni di Gay.it, che ribadisce che continuerà ad utilizzare la parola "matrimonio" per riferirsi alle coppie omosessuali che contrarranno un'unione civile.
"Le parole sono in grado di determinare il nostro atteggiamento verso la realtà. Di creare futuro. Di disporci in un certo modo. E possono diventare, in questo senso, un vero e proprio strumento politico" si legge nell'articolo. "Il matrimonio per ora ci è stato negato, vero. […] Eppure noi qui, sul nostro portale, usiamo la parola matrimonio perché per noi di questo si tratta. Checché se ne dica. Le unioni civili per noi sono matrimoni – offesi, maltrattati, ma matrimoni".

No.
Le unioni civili NON SONO matrimoni, sono accordi privati che in parte garantiscono gli stessi diritti e doveri del matrimonio, ma sia chiaro che il ddl Cirinnà non ha equiparato le coppie eterosessuali a quelle omosessuali.
Poi sicuramente meglio un'unione civile che niente, sono il primo a dirlo, ma questo non dev'essere il punto di arrivo, ma solo l'inizio.
CHI NON SI ACCONTENTA LOTTA.

Enea Melandri

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