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24/10/2016
Oggi tutti i grillini sono in fermento perché inizierà finalmente la discussione in aula del loro ddl "fondativo" sul taglio delle retribuzioni dei parlamentari.
E l'Onorevole Di Maio punzecchia il Presidente del Consiglio: "Renzi dica o meno se il Pd lo voterà". Lo stessi Renzi, però - che evidentemente era già pronto all'attacco - rilancia, proponendo di legare le retribuzioni alle presenze effettive in aula. Un'idea che mi piace, su cui avevo già riflettuto in passato.

Quello del Presidente del Consiglio, però, è un bluff - e anche un po' di (in)sano meretricio elettorale: è da febbraio 2014 che è al Governo, se ci credeva veramente nella bontà di quello che dice, bastava imporlo al Parlamento come ha fatto finora con Italicum, Jobs Act e Riforma Costituzionale.
Invece ha aspettato che arrivasse la proposta del M5S, e buttare là una proposta come fosse mais alle galline. E tutti a beccare.

Enea Melandri

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