19/05/2016
Ora arriveranno quelli che sanno sempre tutto e sono sempre contro tutto a dire che non è vero niente.
Mi riferisco allo studio della National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine, quello che dice che 'non ci sono prove che gli OGM facciano male alla salute o all'ambiente'; diranno che è sbagliato, che loro non sanno niente, e soprattutto che sono stati pagati per dire quelle cose lì.

Quel rapporto - 420 pagine, sarebbe da spulciare bene prima di bollarlo - prende in esame 900 articoli e pubblicazioni, 700 commenti di esperti, 80 estratti di conferenze e 15 seminari pubblici su sviluppo, uso ed effetti di modificazioni genetiche su mais, soia e cotone (i principali prodotti geneticamente modificati attualmente in commercio).
Si sono analizzati diversi aspetti, come l'impatto sulla salute, sull'ambiente e sulla biodiversità; i dati epidemiologici attualmente disponibili non mostrano alcuna associazione tra malattie acute o croniche e consumo di cibi geneticamente modificati. Anzi, i prodotti agricoli ingegnerizzati per sviluppare resistenza agli insetti hanno indirettamente ridotto l'esposizione ai pesticidi dei consumatori.
Anche le conseguenze ambientali sulla biodiversità sarebbero in controtendenza: pare che l'uso di prodotti resistenti agli insetti o agli erbicidi non abbia ridotto la biodiversità di piante e insetti, ma al contrario la coltivazione di prodotti geneticamente modificati è stata correlata ad una fauna più ricca. E anche qui, quindi, secondo il rapporto non esisterebbe "alcuna prova conclusiva di una relazione causa-effetto tra raccolti gm e problemi ambientali".
Come nella maggior parte dei documenti scientifici, però, si sottolinea come "ogni generalizzazione in merito agli OGM è errata", e gli studi si limitano alle varietà più in commercio; gli autori, inoltre, fanno notare come sia ancora "troppo presto" per trarre qualsiasi conclusione, positiva o negativa, sull'effetto delle nuove tecnologie di ingegneria genetica.
Che sono un po' formule di rito come i bugiardini dei medicinali.

Se protestate perché si invita a parlare di vaccini un disc-jockey degli anni 70, è giusto chiedersi a che titolo impiegati, muratori, calzolai (ma potrei dire anche dirigenti di aziende d'abbigliamento, gioiellieri o calciatori, non è classismo) si esprimono sugli OGM.
Questa nuova ondata di antitecnologia e luddismo - come quando si distruggevano i telai durante la Rivoluzione Industriale - fa presa sull'innata paura umana del cambiamento, e pompata dai nuovi media amplifica a dismisura il messaggio contromodernista.

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